Decidere di andarsene non è qualcosa di immediato,
soprattutto quando andarsene significa andare via da un numero imprecisato di
cose. Ma bisogna prendere il pacchetto per intero e evitare liste di pro e
contro che aumentano solo le domande e non portano nessun chiarimento.
Non è possibile contrattare le clausole perché quando
si decide di andare via e di provare a sfidare la fortuna bisogna anche
accettare di buon grado di fare un salto nel buio e prendere tutto quello che
di buono c’è da prendere. Adesso poi più del solito! Eh si, perché l’adesso ha
un’urgenza che non è possibile ignorare: l’urgenza di non andare a fondo
insieme a tutto ciò che non ci è più garantito.
Noi abbiamo scelto l’Australia un po’ per caso un po’
per coincidenza, ma sicuramente nella nostra scelta c’è anche un po’ di quell’analisi
che nelle scelte fatte d’istinto andrebbe evitata. Ma questi sono gli anni che
se non analizzi sei fottuto. La nostra analisi ci ha spinti oltre la curva del
mappamondo, giù giù verso quel mondo che da bambini a malapena ti insegnano ad
individuare sulla cartina, la terra che durante l’adolescenza ti diventa familiare
solo grazie agli AC/DC, il territorio che impari a conoscere solo perché è il
più distante dall’Italia.
Adesso per noi ha un nome, una precisissima
fisionomia che speriamo di esplorare presto, e un pregio, quello di consentirci
di allontanarci dall’Italia per intraprendere un’avventura al di là delle
difficili condizioni che da circa tre anni in Italia ci hanno impedito anche
solo di pensare a fondo ad un progetto.
Per adesso il nostro progetto è percorrere la strada
che giorno dopo giorno si snoderà dinanzi a noi e prendere sempre il meglio perché
del peggio ne abbiamo avuto da riempire delle scorte. I sacrifici non avranno d’ora
innanzi il sapore che hanno avuto sino a questo momento.
Non fa male andare via da tutto per riprendersi la
fiducia in se stessi.
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