L’ultimo grande giro di saluti è andato. Insomma, ci siamo quasi. Tra
meno di una settimana saremo su un aereo che ci porterà oltreoceano.
I saluti sono sempre difficili soprattutto con quelle persone che sai
per certo che ti mancherà non vedere spesso. Ma questo momento doveva arrivare
e, a parte qualche lacrima, il misto tra eccitazione, paure e progettualità è
una bomba adrenalinica difficile da eguagliare.
I saluti non piacciono a nessuno. Io poi non so gestirli. Ma eccoci
qui a separare la roba indispensabile da quella abbandonabile qui in Italia e a
selezionare ciò di cui non potremo fare proprio a meno.
Io che non ho visto niente del mondo sto andando in una delle terre
più belle che si possa immaginare. Proprio in quella terra che non avevo mai
considerato, perché lontana, pari ad una chimera.
Ma si si, si parte. Tutto è pronto. La mia paura di volare non è stata
ancora vinta ma ci sto lavorando. La bilancia è pronta a pesare le mie due
valige che non ho ancora ben capito se troppo piccole o troppo grandi. Ed io
non vedo l’ora di imbarcarmi in questa avventura. Perché comunque vada sarà un’avventura
che mi porterà di nuovo a mettere in gioco la mia capacità di adattamento, il
mio desiderio di avere il meglio da me e tutto ciò che possa procurarci un po’
di felicità.
Perché la parola felicità non è uno scarabocchio preso in prestito dai
libri di favole e inserito nel vocabolario della lingua italiana per fare
volume. È un concetto difficile da definire, relativo ma assolutamente
afferrabile.
Noi d’ora innanzi vogliamo provare a dare un senso ai sacrifici a cui
ci hanno abituato gli ultimi anni. Perché non sia uno status su cui adagiarsi,
ma una fase positiva sulla strada di qualcosa di meglio.
A chi come noi sta per arrivare in Australia.....enjoy your trip.
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