sabato 13 luglio 2013

Una domenica australiana

Piove e la campagna sembra palpitare sotto questa pioggia scrosciante che vuole lavare a tutti i costi
qualcosa, come se non ci fosse abbastanza acqua per rinvigorire questa natura prepotente, questa natura che sa già ben proteggersi dalla civiltà.
Il rumore del ruscello sovrasta anche i pensieri e porta via la giornata in mulinelli di schiuma mentre le mucche continuano a pascolare libere e i vitelli a cercare il loro posto placiti sulla linea dell’orizzonte dove una collina lascia che il cielo e la terra restino perennemente abbracciati.

Mi ritrovo ancora sotto un patio, come due mesi fa, ma un patio diverso abbarbicato sulla riva del creek che da il nome a questa località e raccolgo i miei pensieri come in una treccia da poter poi appendere per lasciarli essiccare. Perché qui mi sembra solo di poter vivere la giornata seguendo i ritmi della natura e lei concede tempo e spazio per annodare pensieri, come se li strappasse via dalla testa concedendo il silenzio che la città non ammette mai.
La pioggia scende a gocce dalla tettoia e crea una tenda di piccoli fili di acqua che segna il confine della mia protezione sotto questo patio scricchiolante e la collina oltre. Seduta su una fredda sedia di ferro in stile francese batto i tasti del computer per dare forma a ciò che non può essere descritto totalmente.
Qui la domenica non ha odori diversi dal solito, ma solo la distensione del riposo e il pungente aroma di biscotti caldi e legna bruciata nei camini.

I rami di gumtree penzolano attorno come decorazioni improvvisate dagli alberi mentre io mi sforzo di ammettere che qui si può solo arrendersi alla vita attorno, anche quando vorrei essere io a dominare.

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